martedì 23 marzo 2010

L'ottavo giorno in un percorso didattico





Mi è capitato di veder il film “L’ottavo giorno” con una classe di quarta elementare e insieme a studenti al terzo anno delle superiori. In entrambi i casi il film è stato apprezzato e, oltre ad avere una immediata presa emotiva, ha dato modo di aprire una discussione importante sulla sindrome di Down (Georges è un formidabile attore con sindrome di Down), sul senso della relazione d’aiuto, sul rispetto delle differenze e sul bisogno di normalità di Georges. Può essere, così, ben utilizzato come momento di riflessione di un gruppo classe che si prepara ad accogliere un compagno disabile.
Iniziamo con una sintetica ricostruzione della trama.


Trama
Harry, stimato docente di formazione aziendale della Future Bank, insegna la strada del successo ai futuri manager, basandosi su una filosofia che sintetizza in poche regole: sorridere sempre e soprattutto imitare l'interlocutore, tic, atteggiamenti e linguaggio. Perché la gente odia i diversi. Ne incontrerà invece uno molto presto…È il "suo giorno" di marito separato per tenere con sé le sue bambine, ma talmente assorbito dal suo lavoro finirà per scordarsene e arrivare in stazione quando le bambine ormai hanno deciso di tornare indietro. Mentre riflette su quella sua giornata estenuante, al volante della propria automobile, in piena notte, Harry è preso da un colpo di sonno e provoca un incidente: ha investito un cane. Subito si fa avanti il suo presunto padrone, Georges, un giovane ragazzo Down smarrito e farneticante, fuggito dall'Istituto in cui è stato relegato dopo la morte della madre. Sentendosi in colpa per la morte del cane, Harry cercherà di rimediare occupandosi di Georges. Lo conduce, quindi, al primo posto di polizia, dove, però, si scontrerà con la cavillosità dell’agente di guardia. Non gli resta che portarlo nel proprio alloggio di "single" e offrirgli l'unico letto disponibile, il suo. Andati a vuoto numerosi tentativi di disfarsi di Georges, tra cui quello di portarlo dove vive la sorella, Harry inizia un percorso di avvicinamento umano a Georges che lo porterà a vedere il mondo da una nuova prospettiva. Finché, dovendosi assentare un momento dall'automobile in cui lo ha lasciato, non trova più Georges: è salito sulla terrazza dello stabile, si è rimpinzato di cioccolato - verso il quale ha una pericolosa allergia - ha perduto l'equilibrio ed è precipitato giù.

Il percorso didattico, dopo la visione del film, potrebbe prevedere qualche domanda-stimolo come:
1. Qual è secondo voi il significato del titolo del film?
2. Perché Georges scappa dall’Istituto che lo ospita?
3. Come valutate l’incontro tra Georges e Harry?
4. Cosa cambia in Harry?
5. Quali sono i momenti più difficili per Georges?
6. Cosa avrebbe permesso un lieto fine per Georges?


Dopo questo primo momento di avvio della discussione, si potrebbe proporre un approfondimento, mettendo in correlazione quanto emerso dalle domande-stimolo con alcuni concetti chiave:

- NORMALITA’ “MALATA”: è la normalità di Harry, uomo in carriera, stimato formatore aziendale, che vende il suo infallibile metodo fatto di sorrisi e ottimismo di facciata, ottimismo e sorrisi destinati ad infrangersi davanti al fallimento come marito e padre. Nel film è come se si mettesse in evidenza un gioco di scena/retroscena dove alla facciata di finto buon umore segue il ritratto impietoso di un fallimento umano senza speranza.
- BISOGNO DI NORMALITA’ DEL DIVERSO: Georges scappa dall’Istituto, quando i suoi compagni di disavventura dell’Istituto partono per trascorrere le vacanze in famiglia: lui non ha famiglia, non ha nessuno che lo aspetti, anche se più avanti nel film si scoprirà l’esistenza di una sorella che ha “rimosso” Georges (l’apparizione inaspettata di Georges davanti casa sua ha proprio il sapore del ritorno del rimosso). Georges “scappa”, ma in realtà lui si dirige verso quello spazio di normalità svanita rappresentata nel film dalla casa materna ormai vuota.
- L’INCONTRO CON LA DIVERSITA’ E LA COEVOLUZIONE: l’incontro apparentemente casuale di Harry con Georges (l’impressione è di due oggetti che travolti dalle onde del destino – rappresentato nel film simbolicamente con il temporale – vanno a sbattere uno sull’altro) cambierà la vita di entrambi, in particolare quella di Harry. Quella che sembrerebbe una relazione d’aiuto a senso unico (Harry che aiuta Georges) si trasformerà, in un rovesciamento dialettico inaspettato, nella possibilità di redenzione e di riscatto di Harry. Sarà lui infatti a imparare a guardare il mondo da una prospettiva insolita il mondo, a guardare con gli occhi di Georges, uno sguardo ancora pieno di meraviglia per il mondo. Questo sguardo nuovo lo porterà a ritrovare la sua umanità perduta. A sua volta Georges troverà in Harry una casa, quello spazio di normalità tanto desiderato.
- L’OTTAVO GIORNO: “l’ottavo giorno” oltre ad essere il titolo del film è il titolo del mito cosmogonico e antropogonico raccontato da Georges che rivisita il mito biblico: << in principio non c’era niente
 si sentiva solo la musica.
Il primo giorno fece il sole
 che pizzica gli occhi.
Il secondo giorno fece l’acqua:
è bagnata, e bagna i piedi
 se ci cammini dentro.
Poi fece il vento 
che fa il solletico.
Il terzo giorno fece l’erba, 
quando la tagli piange:
le fa male, bisogna consolarla, 
parlarle con dolcezza.
Se tocchi un albero 
diventi albero.
Il quarto giorno fece le vacche
, quando ansimano è caldo.
Il quinto giorno fece gli aeroplani
, se non li prendi
 puoi guardarli passare.
Il sesto giorno fece le persone:
gli uomini, le donne, i bambini
, io preferisco le donne e i bambini
 perché non pungono quando li baci.
Il settimo giorno, per riposarsi, fece le nuvole; 
se le guardi a lungo 
ci vedi disegnate le storie.
Allora si domandò se mancava niente:
l’ottavo giorno fece Georges e vide che era buono.>>. Questo mito invita a pensare alla differenza come evento naturale. Nel film questa “differenza” si scontra con la legge senza amore della comunità: da una parte il diritto naturale ad esistere come gli altri e, dall’altra, la legge della città che vuole confinare la differenza nei recinti degli Istituti. È un conflitto che conduce Georges allo scacco, al salto nel vuoto. Nella realtà dei normali non c’è posto per lui…

3 commenti:

  1. ciao Massimo, pensa che proprio in questi giorni stavamo per prendere in prestito in biblioteca questo film per vederlo insieme ai bimbi, poi però sono partiti e ora me lo ritrovo tra le pieghe del tuo blog! ho avuto vostre notizie da Salvina, se vi va potremmo organizzare qualcosa insieme, dopo un anno le novità non mancano di certo! domani sera ad esempio c'è un bel film francese in piazza, La 317ème Section (317 battaglione d'assalto) del '65... e comunque sentiamoci, un bacio a Valentina
    Eugenio

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  2. Non avevo mai visto questo film..e all'inizio non è che mi abbia preso poi molto..ma andando avanti, mi sono accorta che è davvero interessante.. Ci rimanevo male quando Harry non voleva occuparsi di Georges viste le sue "condizioni" però alla fine ha capito quanto è bello avere un amico come Georges e avere accanto una persona come lui. Era una persona buona, si è capito dal film..e anche intelligente perchè sembra che si sia reso conto di aver dato un "disturbo" ad Harry,preferisco metterlo fra virgolette perchè secondo la mia esperienza di 5 anni non è mai un disturbo avere accanto una persona Down, anzi io ho imparato molto stando in classe per 5 anni con questa ragazza con la sindrome di Down.Georges voleva trovare il modo di aiutarlo pertanto ha fatto in modo di ricordarsi il compleanno della figlia di Harry, portarlo al compleanno e aiutarlo coi fuochi.. e anche quando gli ha messo la foto delle bambine nella mano per fargli capire che doveva farsi perdonare per lo sbaglio che aveva fatto quella volta quando non le è andate a prendere. Il fatto di stare accanto ad una persona Down ti fa guardare il mondo con altri occhi..credo che siano la cosa più bella.

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  3. ciao,io sono una studentessa di scuole medie e ho avuto l'occasione di vedere questo film in un ora di sostituzione. a me personalmente mi è piaciuto molto anche se non ho capito la parte dove Harry litiga con la ex moglie. è un fil pieno di emozione e sentimenti passionali e tristi. Georges nonostante sia affetto dalla sindrome di down ha un cuore buone e capisce che Harry soffre per mancanza delle figlie e lo aiuta, questa è stata la parte che m i ha colpito di più...anche se un'altra cosa bella è stata quando Harry finalmente ha loccasione di riavvicinarsi e vivere il tempo perduto con le figle e la moglie. Un bacio Elena

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